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Life on Mars?

Dalla Luna o da Marte? Da dove verrà la vita aliena? Fin dall’antichità si alzavano gli occhi nelle notti senza nubi e si pensava alla natura dei corpi celesti. «L’idea di popolare gli astri e le sfere celesti d’intelligenze pure o corporee, di animali e di piante, non è nuova, ed una curiosa rassegna sarebbe a farsi di tutti gli scrittori antichi e moderni che si esercitarono su questo tema». Oggi questa “curiosa rassegna” degli autori che si sono immaginati incontri ravvicinati con gli abitanti dello spazio si trova facilmente digitando su google delle stringhe come “luna nella fantascienza”, ma l’astronomo Giovanni V. Schiaparelli, autore di queste righe, non viveva nel XXI secolo, ma nell’Ottocento.

Al centro delle fantasie di molti scrittori “antichi e moderni” vi era soprattutto la Luna, che sembrava così vicina a noi anche perché era facilmente visibile anche ad occhio nudo. All’occhio dei telescopi, però, apparve una distesa desertica, ed ogni speranza di trovare delle forme di vita nel nostro satellite è svanita definitivamente quando le missioni Apollo del programma spaziale della Nasa hanno confermato le nostre impressioni. Niente acqua, niente vita, nessuna cellula, proteina, aminoacido. Soltanto sassi.

Ma nell’Ottocento, al tempo di Schiaparelli, rimaneva ancora lo sconosciuto e inesplorato pianeta Marte, il Pianeta rosso, e a Schiaparelli rimaneva la speranza che almeno lassù ci potesse essere “qualcosa”. Giovanni V. Schiaparelli, un astronomo della Specola di Milano, dall’osservatorio astronomico di Brera fu il primo ad ipotizzare l’esistenza dei marziani, ed intitolò un suo articolo del 1895 La vita sul pianeta Marte (oggi ripubblicato da Mimesis, La vita sul pianeta Marte, a cura di Pasquale Tucci, Milano 1998). Nel 1894 Marte si avvicinò molto alla terra, e questo ravvicinamento fu propizio per osservare con i telescopi di allora delle incrinature sulla superficie del pianeta che a Schiaparelli apparvero in tutto simili a canali. E delle «macchie bianche in molta vicinanza del polo; nessuna di queste però è stata permanente, e si deve credere che rappresentassero nevicate di carattere locale e transitorio». Nel suo scritto, l’astronomo continuava ipotizzando che questi canali servissero per far defluire le acque che provenivano dallo scioglimento dei ghiacci presenti sui due poli marziani, impedendo così l’inondazione totale delle zone “più basse”. Così, data la regolarità della forma di questi canali, Schiaparelli sosteneva che «l’idea […] che vi possa avere una razza di esseri intelligenti non può essere considerata come interamente assurda».

Ai lettori moderni sembrerà ancora più assurdo che nel 1800 si potessero contemplare le stelle da un osservatorio astronomico posizionato proprio nel centro di Milano, all’interno di Palazzo Brera, ma allora non c’era il problema dell’inquinamento luminoso, e la notte era il regno dell’oscurità, e forse persino del silenzio. 

Blog posts

  • Il paradosso del barbiere

    Posted on 28.12.2016 in

    Un interessante questione riguardante il concetto di insieme in matematica proviene dal cosiddetto paradosso del barbiere, proposto dal filosofo Bertrand Russel quasi un secolo fa. Un insieme è una collezione di elementi qualsiasi, per esempio di studenti oppure di scuole oppure di città. Si indica con la lettera maiuscola, mentre i suoi elementi sono denotati da quella minuscola.

  • Il disordine in un mazzo di carte

    Posted on 20.12.2016 in

    Il concetto di disordine è particolarmente rilevante nella fisica. Se si considera un sistema costituito da un numero sufficientemente grande di componenti (sistema complesso) il grado di disordine ci permette di stabilire addirittura come scorre il tempo.

  • Euclide e l’ Universo

    Posted on 12.12.2016 in

    Nelle sue opere Euclide espose i fondamenti della geometria sotto forma di verità assolute (assiomi, o postulati) dalle quali far derivare le altre proposizioni. Euclide propose cinque postulati, tutti immediatamente evidenti e verificabili, a parte l’ultimo.

  • Il tempo e il paradosso dei gemelli

    Posted on 27.11.2016 in

    La teoria della relatività di Einstein ha sconvolto il nostro senso comune, in particolare per quanto riguarda la nostra concezione del tempo. Tuttora, la maggior parte delle persone considera lo scorrere del tempo come indipendente dalle azioni che facciamo, pensa che esista un orologio universale che scorre allo stesso modo per tutti. Ma non è così!

  • Setacciare i numeri primi

    Posted on 20.11.2016 in

    Come si impara alle elementari, un numero primo è divisibile soltanto per 1 e per sé stesso. A parte il 2, sono tutti dispari e separati da una certa distanza gli uni dagli altri, se si eccettuano i cosiddetti numeri primi gemelli, come l’11 e il 13, separati soltanto da un numero pari. Due di questi numeri gemelli sono citati nel romanzo, poi diventato film, La solitudine dei numeri primi, di Paolo Giordano, dove i protagonisti sembrano avvicinarsi ma non arrivano mai a toccarsi.

  • Il gatto più famoso della fisica

    Posted on 09.11.2016 in

    Nel mondo microscopico delle particelle il nostro senso comune, alimentato dalle esperienze di tutti i giorni, non vale più. Ci sembra strano, ma gli atomi, gli elettroni ecc. obbediscono a leggi alquanto bizzarre (per il nostro modo di pensare). Il loro comportamento non è prevedibile con esattezza, ma solo in modo probabilistico, e soltanto quando li osserviamo la loro realtà diventa unica, a causa dell'inevitabile disturbo che l'atto di misurazione provoca sul sistema.

  • Il numero zero e l’infinito

    Posted on 03.11.2016 in

    Lo zero è un numero molto particolare. Fu introdotto in Europa soltanto nel 13° secolo e prima non esisteva alcun simbolo o parola per esso. Nella filosofia greca antica non c’era spazio per il nulla, un concetto che non era accettato, quindi nemmeno per lo zero in aritmetica. Ma tra la fine del quarto e l’inizio del quinto secolo d.C.

  • Matematica: imparare a memoria o no?

    Posted on 20.10.2016 in

    Una questione alquanto dibattuta riguarda l’efficacia di alcune tecniche di insegnamento adottate per migliorare la comprensione della matematica da parte dei bambini. Si contrastano a tal proposito i metodi che privilegiano l’apprendimento meccanico basato sulla memorizzazione dei dati con quelli che invece danno più importanza all’acquisizione dei concetti.

  • Dai giochi di Rio alle Olimpiadi di filosofia.

    Posted on 08.10.2016 in

    La filosofia è di certo una delle materie di insegnamento più antiche delle quali ci sia giunta notizia. Veniva insegnata con la matematica e la geometria nella Grecia Antica. Fu “ancilla” (serva) della teologia durante il medioevo, e troneggiò nelle università suscitando dibattiti in tutta Europa nell’Ottocento. Poi, anche se venne lodata e difesa – a parole – nel corso del XX secolo, iniziò a perdere colpi, soprattutto nelle scuole superiori della nostra vecchia Europa, dove da disciplina fondamentale, divenne una materia a libera scelta, oppure scomparve del tutto.

  • Combattere il bullismo

    Posted on 03.10.2016 in

    Una piaga spesso sottovaluta del sistema scolastico è rappresentata dal bullismo. Il vocabolario Treccani definisce il bullismo come l’atteggiamento di sopraffazione sui più deboli, con riferimento a violenze fisiche e psicologiche attuate spec. in ambienti scolastici o giovanili.

    Dalle aule scolastiche, questo atteggiamento di prevaricazione si è trasferito anche nel mondo virtuale, soprattutto in quello dei social network, e ha acquisito la denominazione di cyberbullismo.

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