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Olimpiadi della matematica e compiti in classe

Una manifestazione che stimola la competizione tra gli studenti delle scuole secondarie è costituita dalle Olimpiadi di matematica. Gli scorsi 6 e 7 maggio, a Cesenatico, si sono svolte le finali nazionali, individuali e a squadra: sono state assegnate 24 medaglie d’oro, 50 d’argento e 75 di bronzo, secondo una graduatoria che ha premiato i ragazzi più meritevoli. Un’ulteriore selezione individuerà 6 dei 24 migliori studenti che potranno partecipare alle gare internazionali che si terranno a Hong Kong dal 6 al 16 luglio prossimi.

Ma la matematica di queste Olimpiadi è la stessa che si insegna a scuola? Non è infrequente il caso di alunni che si comportano benissimo in questa manifestazione, risolvendo mirabilmente i quesiti che vengono proposti, ma poi faticano a raggiungere la sufficienza in classe.

Questioni psicologiche, ma anche di metodo, possono spiegare la questione. L’agonismo della gara spinge sicuramente l’alunno a impegnarsi di più e, in aggiunta, i buoni risultati ottenuti nella competizione possono fare sì che affronti i problemi da risolvere a scuola con troppa sufficienza. Una dote necessaria per eccellere alle Olimpiadi è l’abilità nel risolvere gli esercizi proposti senza l’ausilio della calcolatrice. In classe, invece, questa abilità da sola non basta per risolvere al meglio i compiti dati, come testimonia il fatto che spesso gli insegnanti consentono l’uso della calcolatrice.

Risolvere un problema non significa arrivare rapidamente alla soluzione, saltando tutti i passaggi matematici – un errore spesso commesso dagli studenti quando fanno i compiti, per mostrare la loro bravura –; bisogna invece individuare il percorso giusto che porta alla meta, esponendolo nella forma corretta.

Queste considerazioni non significano naturalmente che i problemi da risolvere alle Olimpiadi non sappiano sviluppare le capacità intellettive dei partecipanti, anche perché spesso è richiesta la stesura di una dimostrazione rigorosa, ma pongono l’accento sui diversi criteri che bisogna tenere in considerazione per valutare le prestazioni degli studenti in ambiti differenti della matematica.

Blog posts

  • Life on Mars?

    Posted on 07.05.2017 in

    Dalla Luna o da Marte? Da dove verrà la vita aliena? Fin dall’antichità si alzavano gli occhi nelle notti senza nubi e si pensava alla natura dei corpi celesti. «L’idea di popolare gli astri e le sfere celesti d’intelligenze pure o corporee, di animali e di piante, non è nuova, ed una curiosa rassegna sarebbe a farsi di tutti gli scrittori antichi e moderni che si esercitarono su questo tema».

  • Novità in vista per gli esami di stato

    Posted on 17.01.2017 in

    È pronta la riforma degli esami di maturità? Così sembra, perché il 14 gennaio, dopo le dimissioni del premier Gentiloni dal reparto di cardiologia, il Ministro ha presieduto una riunione dell’esecutivo che contiene molte novità per gli studenti delle scuole italiane.

  • La campana di Gauss

    Posted on 12.01.2017 in

    Un semplice esperimento che si svolge nei laboratori universitari permette di visualizzare la legge statistica di distribuzione gaussiana degli eventi casuali, che regola molti fenomeni che avvengono nella realtà. Si tratta del quinconce di Galton, che gli studenti chiamano amichevolmente ‘pallinometro’. È costituito molto semplicemente da una tavola verticale chiusa anteriormente da una lastra di vetro o plastica sulla quale sono infilati dei chiodini perfettamente uguali disposti su N file e distanziati regolarmente tra loro.

  • Il paradosso del barbiere

    Posted on 28.12.2016 in

    Un interessante questione riguardante il concetto di insieme in matematica proviene dal cosiddetto paradosso del barbiere, proposto dal filosofo Bertrand Russel quasi un secolo fa. Un insieme è una collezione di elementi qualsiasi, per esempio di studenti oppure di scuole oppure di città. Si indica con la lettera maiuscola, mentre i suoi elementi sono denotati da quella minuscola.

  • Il disordine in un mazzo di carte

    Posted on 20.12.2016 in

    Il concetto di disordine è particolarmente rilevante nella fisica. Se si considera un sistema costituito da un numero sufficientemente grande di componenti (sistema complesso) il grado di disordine ci permette di stabilire addirittura come scorre il tempo.

  • Euclide e l’ Universo

    Posted on 12.12.2016 in

    Nelle sue opere Euclide espose i fondamenti della geometria sotto forma di verità assolute (assiomi, o postulati) dalle quali far derivare le altre proposizioni. Euclide propose cinque postulati, tutti immediatamente evidenti e verificabili, a parte l’ultimo.

  • Il tempo e il paradosso dei gemelli

    Posted on 27.11.2016 in

    La teoria della relatività di Einstein ha sconvolto il nostro senso comune, in particolare per quanto riguarda la nostra concezione del tempo. Tuttora, la maggior parte delle persone considera lo scorrere del tempo come indipendente dalle azioni che facciamo, pensa che esista un orologio universale che scorre allo stesso modo per tutti. Ma non è così!

  • Setacciare i numeri primi

    Posted on 20.11.2016 in

    Come si impara alle elementari, un numero primo è divisibile soltanto per 1 e per sé stesso. A parte il 2, sono tutti dispari e separati da una certa distanza gli uni dagli altri, se si eccettuano i cosiddetti numeri primi gemelli, come l’11 e il 13, separati soltanto da un numero pari. Due di questi numeri gemelli sono citati nel romanzo, poi diventato film, La solitudine dei numeri primi, di Paolo Giordano, dove i protagonisti sembrano avvicinarsi ma non arrivano mai a toccarsi.

  • Il gatto più famoso della fisica

    Posted on 09.11.2016 in

    Nel mondo microscopico delle particelle il nostro senso comune, alimentato dalle esperienze di tutti i giorni, non vale più. Ci sembra strano, ma gli atomi, gli elettroni ecc. obbediscono a leggi alquanto bizzarre (per il nostro modo di pensare). Il loro comportamento non è prevedibile con esattezza, ma solo in modo probabilistico, e soltanto quando li osserviamo la loro realtà diventa unica, a causa dell'inevitabile disturbo che l'atto di misurazione provoca sul sistema.

  • Il numero zero e l’infinito

    Posted on 03.11.2016 in

    Lo zero è un numero molto particolare. Fu introdotto in Europa soltanto nel 13° secolo e prima non esisteva alcun simbolo o parola per esso. Nella filosofia greca antica non c’era spazio per il nulla, un concetto che non era accettato, quindi nemmeno per lo zero in aritmetica. Ma tra la fine del quarto e l’inizio del quinto secolo d.C.

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