Dal medioevo al presente, gli esami non finiscono mai | 29elode

Dal medioevo al presente, gli esami non finiscono mai

Agli studenti di oggi sembrerà proprio che gli esami non finiscano mai, come recitava una bella commedia di Eduardo de Filippo. Fra poche settimane prenderà il via la maturità, che è soltanto l'ultima di una lunga serie di esami a cui negli ultimi anni si sono aggiunte le prove INVALSI per gli studenti delle medie e del biennio inferiore delle scuole superiori.

Gli esami scolastici, però, hanno una lunghissima tradizione in Europa, e già dal medioevo non si poteva terminare l'università senza aver prima superato una lunghissima serie di esami per concludere i vari cicli di studio. L'università medievale, a partire dal XII secolo, era già divisa in facoltà, come oggi. Ne esistevano tre: Medicina, Diritto e Teologia, e quasi tutti gli studenti che volevano intraprendere gli studi Teologici dovevano prima superare un corso di studi propedeutico, denominato “facoltà delle arti”. Le Sette Arti Liberali erano i capisaldi dell'istruzione nel XII secolo. Vi si insegnavano dapprima le discipline del Trivium (grammatica, retorica e dialettica) ma, in pratica, si studiava soprattutto Logica. La grammatica serviva per aiutare gli studenti ad esprimersi in un latino corretto, possibilmente modellato su quello classico dell'antica Roma, perché nel medioevo il volgare e le parlate regionali si frammischiavano al latino creando dei veri e propri ibridi linguistici. La retorica serviva a dare efficacia alle proprie argomentazioni, con l'uso di esempi, metafore o immagini. La dialettica, infine, era la capacità di costruire delle argomentazioni convincenti e solide, coerenti con il problema da trattare, e immuni dagli attacchi dei detrattori, perché basate su una serie di passaggi privi di contraddizioni. Alle discipline del Trivium si affiancano quelle del Quadrivium, che sono Aritmetica, Geometria, Astronomia e Musica. Lo studio di queste discipline permetteva di introdurre anche i Libri naturales di Aristotele, cioè la Fisica, i Magna Moralia, il De Anima ecc.

Ogni Arte è riconoscibile dal suo specifico attributo. La Retorica appare con un rotolo di pergamena, la Dialettica con lo scorpione o con una testa di cane pronto a mordere, l'Aritmetica con un foglio di formule matematiche, la Geometria con una squadra, l'Astronomia con una sfera celeste e la Musica con un organo. Il corso di studi della facoltà di Arti (che oggi chiameremmo facoltà di Filosofia), durava almeno dieci anni.

I primi due anni sono quelli della lectio cursoria e della lectio ordinaria. Gli studenti ascoltano senza intervenire letture rapide (“cursorie”), cioè letture di testi minori che facevano parte del bagaglio culturale dell'epoca, e letture più dettagliate (“ordinarie”) su testi più importanti ritenuti fondamentali. In questi due anni gli studenti, oltre ad ascoltare la lectio (lezione), possono partecipare, inizialmente come uditori, senza diritto di parola, alle dispute. Poco per volta, vi possono prendere parte, ma solo con il ruolo di opponens, cioè interrogando i maestri con delle brevi domande.

Superato questo periodo di due anni, gli studenti del terzo e quarto anno che prendono parte alle dispute non ricoprono più soltanto il ruolo di opponens, ma anche quello di respondens in disputationibus. Non solo pongono domande, ma possono anche rispondere alle obiezioni degli studenti più giovani.

Trascorsi questi quattro anni, si deve superare un esame, ovvero bisogna occupare il ruolo che abitualmente spetta al maestro, e decidere – ovvero concludere – una disputatio (un dibattito). Nella terminologia scolastica, questa funzione era la determinatio (capacità di arrivare a delle conclusioni). Chi “determinava” in modo soddisfacente una disputa, riceveva finalmente il titolo di Baccelliere.

Il Baccelliere dovrà poi continuare a partecipare per altri tre anni alle dispute ricoprendo il ruolo di respondens e, incidentalmente, dovrà anche essere lui a concludere con la determinatio. In questi tre anni si seguiva ancora la lectio ordinaria sulle rimanenti parti del programma, ossia sui Libri naturales di Aristotele (De Coelo, De Partibus Animalium, La Fisica). Il Baccelliere, poi, aiutava i suoi insegnanti ricoprendo il ruolo di lettore nei corsi inferiori (oggi diremmo che faceva l'assistente o il cultore della materia). Al termine di questi tre anni, il Baccelliere poteva sostenere un esame che gli permetteva di iniziare ad insegnare la lectio ordinaria e concludere le dispute (determinatio magistralis). L'esame consisteva nella partecipazione ad una serie di dispute nelle quali la questio (il problema) da risolvere era sempre più complessa.

Per un periodo di almeno due anni il laureato doveva ricoprire questi incarichi, dopodiché, se lo desiderava, poteva iscriversi alla facoltà di Teologia (oggi sarebbe come una specializzazione o un dottorato) che durava svariati anni.

Blog posts

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    Il nuovo esame di Stato (4)

     

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