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Novità in vista per gli esami di stato

È pronta la riforma degli esami di maturità? Così sembra, perché il 14 gennaio, dopo le dimissioni del premier Gentiloni dal reparto di cardiologia, il Ministro ha presieduto una riunione dell’esecutivo che contiene molte novità per gli studenti delle scuole italiane.

L’esame di maturità nacque nel 1923-24 con la riforma della scuola voluta dal ministro Gentile, e subì solo lievi cambi nel corso del tempo. Una prima radicale riforma degli esami di stato fu realizzata dopo il tumultuoso 1968. Fino al 1969 gli studenti venivano interrogati su tutte le materie, poi, dopo la riforma del ministro Sullo, le materie oggetto dell’esame orale divennero solo due, a scelta dello studente. La commissione di docenti esterni (con un solo membro interno), aveva la possibilità, però, di cambiare le materie scelte dallo studente. Una vera spada di Damocle per i maturandi, che quindi dovevano tenersi pronti su tutto. L’esame orale durava meno di un’ora, e potevano interrogare il candidato solo i due commissari delle materie in questione.

Il secondo radicale cambiamento negli esami di maturità avvenne nel 1997 (legge 425), con l’introduzione di un terzo scritto, che rimane a tutt’oggi conosciuto con il nome di “terza prova”. Consiste in un test su più discipline (generalmente quattro) che vengono scelte dai commissari. Anche la commissione viene rivoluzionata, i suoi membri sono docenti per metà interni e per metà esterni, con un presidente esterno. Il punteggio finale viene espresso in centesimi, mentre fino al 1996 era espresso in sessantesimi. Per ironia della sorte, chi si diplomava con sessanta dopo la riforma, non aveva la media del dieci, ma del sei! All’orale tutti i commissari possono porre domande al candidato, ed i tempi di svolgimento dell’esame si dilatano di parecchi minuti.

Ed arriviamo finalmente ai giorni nostri. Dopo un gran clamore mediatico sembra che la riforma degli esami di stato voluta dalla legge 107 sia in dirittura d’arrivo.

Il testo non è ancora stato approvato dal parlamento, ma queste sono le principali novità che si leggono sui siti specializzati nel settore:

  1. Le prove scritte, da tre, ritornano due. Viene tolta la prova multidisciplinare che muore senza aver ricevuto un nome di battesimo, portando nella tomba il suo confidenziale nomignolo di “terza prova”.
  2. Gli studenti durante il corso di studi devono affrontare un tirocinio in azienda conosciuto come “alternanza scuola lavoro”. Negli istituti professionali erano già previsti periodi di praticantato, ma ora lo stage lavorativo si estende a tutti gli ordini di scuola secondaria superiore. Non è una formalità, ma si tratta di un consistente numero di ore di stage da effettuare sin dal terzo anno di liceo, e sarà uno dei requisiti di ammissione all’esame finale.
  3. Il presidente di commissione è il Dirigente Scolastico (il Preside) nelle scuole medie inferiori. Nelle scuole superiori vi sarà un percorso formativo specifico per esercitare il ruolo di presidente di commissione, e verrà creato l’albo regionale dei Presidenti di commissione.
  4. Il punteggio dell’esame sarà così ripartito: venti punti a ciascuna delle due prove scritte, venti punti al colloquio orale, quaranta punti al “credito scolastico”. Il credito scolastico è un punteggio che si acquisisce nel corso degli ultimi tre anni di liceo in base alla media di profitto e alle attività sportive, culturali o di volontariato svolte dallo studente.

Pronti, si parte? Non quest’anno. La maturità 2016/2017 rimane tale e quale a quella dello scorso anno. A fine gennaio sapremo le materie estratte nella seconda prova scritta e l’elenco delle materie affidate ai commissari interni ed esterni.

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