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Professori premiati: ma quali?

La somma messa a disposizione dal Governo – il cosiddetto bonus di merito della ‘Buona scuola’ (duecento milioni di euro) – per premiare gli insegnanti che si saranno maggiormente messi in evidenza dal punto di vista educativo e didattico dovrà essere assegnata entro il 31 agosto 2016.

Secondo quanto stabilito dalla legge 107/2015, a ogni istituto scolastico spettano mediamente ventitremila euro, che dovranno essere elargiti secondo criteri stabiliti in piena autonomia dalle singole scuole. Al di là del ritardo con il quale alcuni istituti si stanno presentando all’imminente scadenza, è emersa un’accesa discussione sui criteri di valutazione da prendere in considerazione e sulle somme da assegnare ai premiati (soltanto docenti di ruolo), che possono essere diverse da caso a caso.

La scelta spetta a comitati composti dagli insegnanti stessi, dai genitori degli alunni e, relativamente alle scuole superiori, anche dagli studenti. Ma chi deve essere premiato? I professori che hanno dedicato gran parte della loro vita all’insegnamento, come riconoscimento per il loro impegno? Oppure quelli che si distinguono perché impiegano metodi, per così dire, non convenzionali al fine di stimolare gli studenti? O, infine, chi si mette a disposizione degli alunni anche oltre le ore stabilite dal contratto di lavoro?

Per l’assegnazione dei premi, la legge indica soltanto genericamente di adottare criteri di scelta quali la qualità dell’insegnamento, il successo formativo conseguito, le competenze acquisite dagli alunni. Alcune scuole hanno pertanto individuato regole il più possibile oggettive che consentano di individuare i premiati senza avvelenare il clima tra il corpo docente, per esempio assegnando dei crediti legati agli impegni profusi dagli insegnanti durante l’anno scolastico, da conteggiare alla fine.

Le perplessità riguardano anche l’opportunità di decretare i dirigenti degli istituti come aventi il potere ultimo decisionale nell’individuazione dei premiati. La discrezionalità in situazioni nelle quali sono coinvolte somme di denaro non è sempre vista di buon occhio.

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